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Paolo Balmas (Cuneo, 1982). Quando era piccino suo padre lo sottoponeva a sedute intensive di ascolto a base di Area, Franco Battiato e Popol Vuh. All'età di 13 anni scopre una videocassetta di Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pierpaolo Pasolini e passa direttamente da Topolino (a cui comunque riconosce una grande influenza) a Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato. Da allora si muove senza pace nell'incessante flusso delle pratiche culturali visive e rumorose, scrivendo, filmando, musicando, teatrando, e anelando perlopiù ad una sotterranea invisibilità. Non ha social, non ha figli, ma ha un paio di omonimi con cui non ha mai avuto rapporti. Uno fa il critico d'arte e l'altro scrive libri sul Giappone. La sua partita iva è 03229630045. Il suo indirizzomail è  pb@paolobalmas.it

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